DIAGNOSI GENETICA PREIMPIANTO
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DIAGNOSI GENETICA PREIMPIANTO
Trasferire in utero solo embrioni sani
Trasferire all’interno dell’utero solo embrioni sani nei pazienti portatori di anomalie cromosomiche e/o di malattie genetiche. Dal 2009 effettuata su più di trecento coppie portatrici di patologie genetiche con più di cento bambini sani nati. Trasferire in utero solo embrioni sani grazie alle più moderne tecniche di diagnosi genetiche.
(in collaborazione con Centro Genoma)
La diagnosi genetica preimpianto (PGD) può essere considerata la forma più precoce di diagnosi prenatale
Diagnosi Genetica Preimpianto (PGD)
Le tecniche di diagnosi preimpianto consentono di analizzare in vitro lo stato di salute genetico degli embrioni ottenuti da un ciclo di FIVET/ICSI prima del loro trasferimento in utero consentendo quindi di riimpiantare solo quelli geneticamente e clinicamente sani.
Diagnosi genetica preimpianto
Esistono differenti applicazioni cliniche della diagnosi genetica preimpianto:
La PGD (Preimplantation genetic diagnosis) con la quale si intende la identificazione nell’ embrione di malattie genetiche di cui la coppia è portatrice (es.anemia mediterranea, fibrosi cistica) la cui sequenza genetica è conosciuta e riproducibile (vedi elenco malattie) o nel caso di malattie strutturali dei cromosomi (es.traslocazioni).
La PGS (preimplantation genetic screening) che consiste nel valutare se l’embrione presenta un corretto numero di cromosomi (aneuploidie).
Tali alterazioni intervengono in maniera preponderante nel meccanismo di impianto degli embrioni e si possono manifestare indipendentemente dallo stato di normalità dei cromosomi della coppia.
Tutte le tecniche di diagnosi genetica preimpianto prevedono il prelievo di materiale cellulare che può avvenire a diversi livelli che consentono di valutare lo stato di salute genetico della struttura biologica da cui provengono.
La PGD è indicata per le coppie con:
- Patologie con singolo gene
- Con anomalie cromosomiche note (traslocazioni)
Cromosomi
Indicazioni alla PGS
Questa procedura consente di identificare l’esatto corredo cromosomico embrionario ed è pertanto indicata per tutte quelle coppie che presentano un reale rischio di aneuploidie (alterazioni del numero) cromosomiche degli embrioni.
Esse sono:
- età materna avanzata > 36 anni
- Presenza di anomalie cromosomiche in un precedente materiale abortivo
- Fattore maschile severo
- abortività ripetuta (>2/3 aborti)
- Falliti tentativi di impianto (>3 precedenti embrio transfer di embrioni di alta qualità e morfologicamente normali)
- Mosaicismo cromosomico
Origine delle Aneuploidie
Le anomalie cromosomiche embrionarie sono essenzialmente a derivazione ovocitaria e sono presenti fisiologicamente in tutte le donne a prescindere dall’assetto cromosomico di base.
Questo è il motivo fondamentale per cui la specie umana rispetto alle altre ha un basso potenziale riproduttivo.
In una donna tra i 20 ed i 30 anni le alterazioni cromosomiche sono presenti nel 20/30 % degli ovociti.
Queste anomalie aumentano con l’avanzare dell’età materna fino a superare la quota del 50% dopo i 40 anni.
Per quanto riguarda il contributo maschile alla genesi delle alterazioni cromosomiche embrionarie esso è raro e si verifica essenzialmente nei casi di infertilità maschile severa (5%).
Le aneupoidie cromosomiche oltre che a livello ovocitario possono determinarsi dopo la fertilizzazione anche a livello embrionario durante la cosiddetta fase di clivaggio e precisamente durante le prime tre divisioni mitotiche, che sono quelle che fanno aumentare progressivamente il numero delle cellule embrionarie.
Approfondisci: Aneuploidie ovocitarie nelle pazienti giovani
A Che livello può essere effettuata l’analisi cromosomica?
L’analisi cromosomica può essere effettuata a diversi livelli :
A livello del I e II Corpo Polare
A livello del primo e secondo Corpo Polare ovocitario: in questo caso sono visibili solo le anomalie cromosomiche a derivazioni ovocitarie e non quelle embrionarie e/o quelle determinate dallo spermatozoo.
A livello degli embrioni in terza giornata di sviluppo: a questo livello possono essere visualizzate tutte le anomalie genetiche ma la tecnica presenta alcuni svantaggi.
A) le cellule (al massimo 2) vengono staccate direttamente dall’embrione e questo può determinare una riduzione delle capacità d’impianto dello stesso;
B) elevata presenza a questo livello del mosaicismo ossia presenza di più linee cellulari con corredo cromosomico diverso e pertanto l’indagine di solo una o due cellule potrebbe non essere in grado di dare una risposta reale rappresentativa di tutto l’embrione.
E’infatti scientificamente dimostrato che il fenomeno del mosaicismo si riduce quando gli embrioni evolvono a livello di blastocisti.
Approfondisci: la PGD del I° Corpo Polare
A livello di blastocisti
La blastocisti rappresenta la prima forma di differenziazione embrionaria con la presenza di due zone ben distinte :la zona esterna detta trofoectodema che darà origine agli annessi placentari ed una interna detta innercell mass che darà origine all’embrione.
La biopsia a livello della blastocisti viene effettuata a livello del trofoectoderma in quanto è stato evidenziato che le sue cellule sono identiche cromosomicamente a quelle dell’embrione.
E’stato inoltre scientificamente dimostrato che questo tipo di biopsia non impatta sulle capacità di impianto dell’embrione.
Inoltre vengono prese tra le quattro e le otto cellule e pertanto i risultati sono più attendibili nei riguardo del fenomeno del mosaicismo che a tale stadio risulta essere ridotto.